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Il Mobile Biodiversity Festival è un evento simbolico organizzato annualmente dall'ONG indiana Deccan Development Society, che da 25 anni lavora nei villaggi dell'Andhra Pradesh impiegando le donne Dalit (intoccabili) nella difesa della biodiversità e della sovranità alimentare, contro le coltivazioni geneticamente modificate, la monocultura ed i semi con licenza proprietaria. Ripreso dal Makar Sankranti, una festa hindu che si svolge nel mese di gennaio, quando migliaia di aquiloni guidati da bambini esperti solcano il cielo per celebrare larrivo della primavera e la prosperità del raccolto, il Jathara (festival) organizzato da DDS celebra la conoscenza tramandata del contadino che è stata messa in discussione dall'agricoltura di tipo industriale.

Il festival inizia il 14 gennaio e per un mese i carri trainati dai buoi e decorati con foglie di mango beneauguranti, semi e spighe di sorgo, attraversano i villaggi della zona di Zaheerabad Mandal, preceduti da musicisti e danzatori e fermandosi nei meeting di discussione a cui partecipano ospiti provenienti da varie parti del Paese. La trance, come la musica, unisce le persone a prescindere dal loro credo. Un cocco spaccato simboleggia la purezza del cuore nell'unione con la natura e la cerimonia è accompagnata dai canti propiziatori per il raccolto di cui le donne sono autrici e interpreti. Gli zoccoli dei buoi vengono bagnati e il muso è segnato con spezie sacre in segno di ringraziamento, contrapponendo simbolicamente alla visione frammentaria e analitica della scienza quella olistica del contadino, in cui tutto è concepito come segmento indivisibile di un unico ecosistema. La reintroduzione del miglio, unica risposta sostenibile per un terreno semiarido come quello della zona, in cambio del riso, che deve essere acquistato per la quantità di acqua che necessiterebbe per la coltivazione, ha permesso la reintegrazione delle donne Dalit attraverso la rigenerazione delle terre comunitarie ed il recupero dei metodi di coltivazione tradizionali, permettendogli di uscire dallisolamento sociale a cui erano costrette e di acquisire autorità e indipendenza economica.

I 75 villaggi che aderiscono al progetto di DDS possono usufruire gratuitamente dei semi che ad ogni raccolto vengono conservati nei vasi di terracotta della banca dei semi e di cui le donne sono le custodi. Esse partecipano alla vita pubblica presiedendo il Sangham, unassemblea che si esprime in merito alleconomia di ogni singolo villaggio; hanno costituito la prima radio di sole donne in Asia e un gruppo di videomaker, la cui lunga lista di documentari le ha portate in giro in tutto il mondo, varcando i confini imposti dallanalfabetismo, dallappartenenza di genere e dalleconomia globale.

Giuditta Pellegrini pubblicato su Carta numero 33 14 ottobre 2010

 

 

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